Ecco, sono sicuro di non riuscire a spiegarmi. Ho visto spesso la tua anima attraverso quelle gemme che gli altri chiamano occhi, i tuoi. Ma mai così chiara nel mirino. Eri mia in quello scatto. Erano per me i tuoi capelli, la testa un po’ inclinata. Era tutto mio, in quel momento. Il tuo pigiama, la notte che ti stava ancora appiccicata addosso, il tuo sguardo che diceva “eccomi, sono tua, trattami bene”. Click.
E poi sei andata via. E quello scatto è rimasto sepolto tra i rullini che non ho mai sviluppato.
Eri mia, ora non più. E quella foto è una bugia.
[ M. Conte ]